L’ integrazione dei diversi elementi che costituiscono il terrazzamento (masiere, sentieri, strade, klancići, ecc.) è di vitale importanza per la salvaguardia dello storico patrimonio rurale, il miglioramento dell’habitat e a memoria dell’identità personale e collettiva. Il paesaggio culturale va quindi non solo protetto nel suo insieme ma deve esser gestito attivamente nel ciclo produttivo. Il carattere turistico ricreativo dei luoghi va integrato con la coltura dell’olivo  o/ed altre attività agricole e pastorizie, cosicchè sviluppo economico, turistico, occupazionale vanno di pari passo alla tutela dell’ambiente.210

Le difficoltà da superare per acquisire la salvaguardia e l’incremento dell’ambiente artificiale sono fortemente legate alla natura stessa del progetto. Il ripristino del territorio mira a produrre vantaggi  economici, che potrebbero sembrare difficili da conseguire causa la scarsa manodopera, la limitata meccanizzazione degli interventi  per la ristrettezza dei lotti e la frammentazione fondiaria. Le difficoltà che possono essere superate con una produzione indirizzata su prodotti tipici di qualità, come in parte avviene tuttora.img_1513

Cres-Cherso dispone già di un capitale agricolo, principalmente oleario con una produzione di olive annua per il 2012 di circa 600 t e di un numero di 150 persone occupate nel settore. Il compito prioritario è, dunque, di tutelare l’esistenza della coltura dell’olivo, essendo esso cardine e punto di riferimento per tutte le caratteristiche tipiche del territorio, come i terrazzamenti, le vie di accesso e gli itinerari turistici.

Gli scopi prefissi possono essere attuati attraverso:

  • L’allargamento del forum già in funzione per raggiungere una maggior partecipazione e divulgazione degli interessi del settore e della qualità del prodotto.
  • La formazione di aree pilota in diverse zone del mega-oliveto che circonda il centro urbano. In tali zone si possono esperimentare nuovi concetti di intervento agricolo valevoli per l’ambiente chersino.

Un livello di attività e stabilizzazione del territorio superiore all’attuale può essere raggiunto nei settori del turismo, dell’ambiente culturale e rurale, se vengono presi alcuni provvedimenti in grado di incrementare capacità conoscitive e pratiche.

Innanzi tutto i terrazzamenti devono essere inclusi nelle liste che già ora tutelano i patrimoni storici.

È auspicabile la fondazione di un centro locale che abbia come compito principale la tutela delle risorse territoriali in generale e quelle delle terrazze in particolare.

Sono essenziali approfondimenti storici e geografici, studi pedologici che analizzino la qualità del terreno come pure l’abbinamento dell’olivo con altre colture arboree.

Necessaria l’istituzione di corsi di aggiornamento sulla complessità dei manufatti in pietra presenti nel territorio (masiere, terrazze, sentieri, ecc.) con l’intento di ricuperare tutte quelle conoscenze che sono andate perdute e di acquisirne delle nuove.

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Antica Chiesa di S.Simon

Dev’essere messa in atto una strategia per assistere gli agricoltori nella manutenzione delle aree terrazzate attraverso un supplemento economico da parte dell’ente del turismo. Si può indire un concorso con un premio per il miglior lavoro di riparazione o costruzione di terrazze.

Gli itinerari turistici devono essere moltiplicati e chiaramente indicati con tabelle e ove necessario, sono da sviluppare le infrastrutture esistenti. Occorre organizzare percorsi e gite in aree terrazzate, per far conoscere il paesaggio nel dettaglio e, se possibile, effettuare rappresentazioni teatrali in zone terrazzate particolarmente coinvolgenti. Le rappresentazioni possono essere abbinate alla promozione e degustazione di prodotti locali ed alla divulgazione di pubblicazioni che riguardano storia, botanica, culinaria isolana, ecc.

Va effettuato un vasto lavoro di recupero di territori in passato coltivati e ora abbandonati, proveddendo al taglio di cespugli e alberi e riparazione dei sentieri e dei muri adiacenti.

La condizione essenziale affinchè tutto questo complesso di provvedimenti venga attuato è che i diversi soggetti privati e pubblici, a livelli istituzionali diversi, vengano anch’essi integrati in un’ unica volontà propensa alla realizzazione del progetto. In un primo momento i promotori dovrebbero essere la Città di Cherso (Grad Cres), la Contea literaneo-montana (Primorsko – Goranska Županija) ed in seguito, raggiunti i primi risultati, la Repubblica di Croazia.

Per poter usufruire dei fondi Europei si rende necessario iniziare il lavoro di recupero, sia pure parzialmente, a dimostrazione della realizzabilità del progetto. A livello europeo diversi programmi (Patter, Terrics, Alpter) si occupano della preservazione dell’ambiente ed inseriscono in questa cerchia anche gli habitat semi naturali, quelli cioè che richiedono grande impiego di manodopera.

L’obbiettivo di lungo termine racchiude in sé il desiderio di ottenere il riconoscimento del paesaggio chersino quale “esempio eminente dell’interazione umana con l’ambiente”, indi la candidatura ad essere incluso nella Lista del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale dell’ UNESCO. Come primo passo di questo percorso Cres- Cherso deve essere inclusa nella lista propositiva croata (tentativ list, che costituisce un inventario di luoghi che ogni Stato ha intenzione di proporre all’UNESCO nel futuro) depositata presso l’UNESCO stessa.

Per concludere, una riflessione: nel caso niente o poco di quanto abbiamo proposto venisse realizzato, cosa avrebbe Cres-Cherso da offrire di proprio, di unico, di interessante che rimanga impresso nel ricordo di coloro che ci visitano?  Un lembo ristretto di spiaggia ed una miriade di case e villini da Melin a Grabar?  Quale percezione straordinaria può provare un individuo dinanzi un paesaggio circostante il centro cittadino coperto del 50, 60% da bosco? Un terreno incolto a Cherso può venire naturalmente rimboscato a macchia in un periodo di 10-15 anni con erica arborea, corbezzolo e leccio e in 20-25 anni con una pineta d’alto fusto quale il pino marittimo. Occorrono 25 anni per l’oliveto ad essere sommerso da roverella, ornicello e carpino nero.

A questo punto, Cres-Cherso avrebbe perso completamente la propria identità. L’isola apparirebbe come un qualsiasi zona di territorio in prossimità del mare nella fascia di clima temperato. L’estinzione del paesaggio cambierebbe completamente l’esteticità del territorio ed influirebbe sia sulla qualità di vita degli abitanti, che sulla qualità del turismo al quale mancherebbe la specificità di un “ambiente naturale” unico ed irrepetibile, frutto della cultura e dell’operosità chersina durante i secoli passati.

Panorama s mora-2 Rivijera 1958 (8kn)

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2014